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Il Cinghiale

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Mammifero ungulato di grandi dimensioni diffuso in Europa, Asia e Africa nord occidentale, il cinghiale (Sus scrofa) è tipico abitatore delle foreste di latifoglie dove possibilmente vi siano nelle vicinanze laghetti o acquitrini in cui esso possa rotolarsi nel fango. Questa operazione ha la duplice funzione di allontanare i parassiti epidermici e di rinfrescare l’animale.

Il cinghiale può essere considerato a ragione, l’antenato del nostro maiale, da cui si differenzia per le zampe anteriori ed il torace molto più robusti e sviluppati, per il pelo setoloso e lungo, e anche per la coda corta, priva di riccio e portata distesa. 
Il corpo del cinghiale, tozzo e compresso lateralmente, è munito di una pelle resistente e spessa che è ricoperta da una lanugine bruna e da lunghe setole. La pelliccia del cinghiale è ispida ed il colore può variare dal grigio-rossiccio al bruno- nerastro. Sul dorso essa si allunga a formare una sorta di criniera che caratterizza gli adulti della specie.

I piccoli del cinghiale, con pochi mesi di vita, presentano una colorazione rossiccia con striature longitudinali più chiare. Sulla testa del cinghiale, grande e robusta, si notano gli occhi piccoli e poco appariscenti che non sono in grado di consentire all’animale una vista ben sviluppata soprattutto nelle ore diurne. Il cinghiale possiede un grugno mobile e calloso terminante con un’espansione discoidale che lo aiuta nella ricerca del cibo, orecchie erette e coda sottile.

La dentatura è composta da 44 denti e, nei maschi adulti, i canini di sezione triangolare, sporgono ai alti del muso come zanne.
L’uso delle zanne è principalmente orientato verso la difesa, Esse costituiscono una temibile arma poiché l’animale, con un colpo dal basso verso l’alto, può sventrare l’avversario o lasciare una ferita di difficile rimarginazione, vista la forma triangolare di questi denti.

Rimembranze scolastiche portano alla memoria la vicenda narrata da Omero nell’Odissea (versi 480-585) dove si descrive come Ulisse fu ferito sul monte Parnaso, durante una battuta di caccia con i figli dell’avo materno Autolico, da un cinghiale sbucato improvvisamente da un cespuglio. L’animale azzannò Ulisse alla coscia e lasciò la cicatrice, “dal bianco dente d’un cinghiale impressa”, che permetterà alla nutrice Euriclèa di riconoscere l’eroe omerico al ritorno in Itaca.

Ma torniamo ai nostri cinghiali in carne ed ossa. I maschi del cinghiale della sottospecie centro europea, attualmente adattati ai nostri ambienti, possono raggiungere un peso di 180 Kg. e un’altezza che si aggira attorno al metro, metro e mezzo.
L’alimentazione del cinghiale è tipicamente onnivora e può comprendere frutti, felci, uova, uccelli, rettili, anfibi, pesci, roditori, carogne di mammiferi e quant’altro può razziare nelle coltivazioni.

Giovanni VISETTI
g.visetti@valdellatorre.it

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